lunedì 22 agosto 2011

ESPLORAZIONI



La tradizione dei viaggi di esplorazione e ricerca è antica: i borboni hanno organizzato una serie di visite di eminenti scienziati.La spedizione riportata nel libro risale al 1826 e dà conto di una Calabria immutata, dalla geografia accidentata e dai terreni paludosi e scarsamente coltivati. La regione appare ancora immersa nel medioevo e sebbene i lumi, la rivoluzione del 1799 e i dieci anni dei napoleonedi nulla sembra cambiare.
La costa tirrenica del basso cosentino viene evitata: Amantea ha perso ormai il suo ruolo, non è più capoluogo di mandamento e il ritorno dei borboni ha rappresntato il suo definitivo declino.
Il ritorno della spedizione a Napoli appare come una liberazione agli scienziati.



Il brano è tratto dalle Lettere geografico-fisiche sopra la Calabria di Alberto Fortis pubblicato a Napoli nel 1784 e ritrovato tra i libri di mio cognato Enzo,prematuramente scomparso.
Il viaggio viene effettuato nel 1780, prima del grande terremoto del 1783, e la descrizione dei luoghi il più delle volte è idilliaca. Tra mito e leggenda la pagina dedicata ad Amantea riconduce alle giuste dimensioni il ruolo della nostra città.
Le due spedizioni descrivono un mondo chiuso e dalle condizioni sociali non attraversate dai grandi cambiamenti del secolo dei lumi.
I viaggi di ricerca per conto della corte napoletana tra il 1775 e il 1795 denotano l'attenzione che viene dedicata dal ceto degli intellettauli alle condizioni delle due province calabresi. Ragguardevoli sono le tappe dell'esplorazione del Galanti con la descrizione dettagliata oltre che dell'economia anche dello stato dell'istruzione. I costumi, le città, la morfologia vengono appuntati con metodicità e vengono anche indicati rimedi, possibilità di miglioramento. Il Galanti viaggia per conto di Ferdinando IV: siamo alla fine della fase dei tentativi riformisti che la corte attua per miglioarre le condizioni delle provincie.
Sullo stesso tema il Marchese Francesco Grimaldi di Seminara pubblica un bellissimo libro sulle condizioni dell'agricoltura calabrese. Il nostro, grande figura dell'illuminismo europeo, tratteggia le condizioni del'agricoltura e dell'industria delle due Calabrie ed individua rimedi, promuove società patriottiche per il miglioramento della coltivazione del baco, la commercializzazione dell'olio.
Uno sforzo immane iniziato nel suo feudo con l'introduzione di un nuovo aratro,del frantoio toscano, della siepe frangivento, della rotazione colturale.
La scoperta dei Grimaldi, l'altro fratello fa il filosofo a Napoli, è stata una sorpresa lieta ed ha iniziato un nuovo percorso: la ricerca dei calabresi fautori della ragione.
Una nuova avventura che rompe la noia dello studio e rende avvincente la costruzione del contesto del romamzo.

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