giovedì 17 gennaio 2013


           

Non so a che punto siamo


 Il romanzo di Mario Aloe "La fine di un sogno: storia di un italiano" (Editore Mannarino Brescia pagg. 236 con figure) rappresenta una novità nel panorama letterario calabrese per la fluidità del racconto e le condizioni di vita materiale che emergono. L’opera, ambientata in un’epoca cruciale della storia italiana (gli anni che vanno dalla fine del 1783 alla morte di Gioacchino Murat a Pizzo Calabro nel 1815) è una rivisitazione di vicende e speranze e un affresco dalle tinte forti della Calabria e del Mezzogiorno. Epoca di grandi sconvolgimenti, di crisi verticale degli assetti statali, ma anche di speranze ed illusioni. L'illuminismo prima, la massoneria coi suoi circoli, diffusi in numerosi centri calabresi(Cosenza, Catanzaro, Tropea,Reggio Calabria, Crotone ecc) e le correnti giacobine poi hanno contribuito alla formazione una generazione di giovani aperti al futuro e vogliosi di fare la storia. Basti pensare all’opera di proselitismo svolta dall’Abbate Jerocades di Parghelia, ai suoi numerosi viaggi tra Marsiglia, Napoli e le Calabrie, all’l’insegnamento di Francesco Saverio Salfi a Cosenza, di Pietro Aracri a Catanzaro e di Giuseppe Lagoteta a Reggio Calabria,
Come non ricordare l’apporto dato dalle donne alla rivoluzione napoletana da Eleonora Fonseca Pimentel a Luisa Sanfelice, da Giulia Carafa alle giovani cadute nella difesa del ponte della Matalema.
Il loro coraggio e sacrificio è stato il cuore della rivoluzione napoletana del 1799, degli alberi della libertà piantati nelle piazze di Catanzaro, Tropea, Crotone, Pizzo, Amantea, Monteleone(l'attuale Vibo Valenzia), Cosenza e nei paesi albanesi e il lascito per i moti successivi degli anni venti dell'ottocento e di quelli del 1848.
In tanti pensano,ancora oggi sulla scorta della retorica leghista, che l’Italia sia un’astrazione, una pura invenzione: il romanzo di Mario Aloe  mostra il cammino faticoso che l’idea d’Italia ha dovuto compiere. Un cammino intrapreso in varie parti della nostra penisola e che noi seguiremo nelle vicende del libro in un giovane calabrese, uno di quei giovani abitanti del regno delle Due Sicilie che scelse di stare dalla parte della ragione.
Una scelta difficile che costò la vita a tanti calabresi basti pensare ad Antonio Toscano, giovane curato di Corigliano, che si fece saltare insieme ai suoi giovani compagni d’armi calabresi anche loro alla Vigliena, il forte alle porte di Napoli da loro difeso, alle gesta della Legione Calabra del generale Schipani,, ai tanti giustiziati nella piazza del Mercato A Napoli dopo il ritorno dei borboni. Una generazione di italiani da Agamennone Spano di Reggio Calabria a Pietro Nicoletti di Rogliano, da Pasquale Baffa di Santa Sofia d’Epiro a Vincenzo De Filippis di Tiriolo, da Raffaello Antonio Doria di Crotone a Domenico Bisceglie di Donnici  da Giuseppe Lagoteta di Reggio Calabria a Pasquale Assisi di Cosenza ed altri ancora di un lungo elenco di martiri. Una generazione presa la via dell’esilio da Francesco Saverio Salfi di Cosenza a Gugliemo Pepe
Il libro di Mario Aloe può rappresentare un utile strumento per rileggere la storia delle nostre città all’interno di una vicenda in movimento in cui le passioni umane si sviluppano, amori nascono, genti si scontrano, ideali suscitano rivolgimenti.