lunedì 5 settembre 2011

Il terremoto del 1783: la Calabria è ridotta in macerie


Il terremoto del 1783 ha sconvolto la Calabria Meridinionale con tre scosse fortissime che hanno causato, secondo stime dell'epoca, circa 50.000 morti. In quegli anni le due provincie calabresi contavano un pò meno di 600 mila abitanti.



Impressionante la il disegno degli effetti del sisma sulle acque dello stretto di Messina. La percezione dei contemporanei fu tale che dall'evento fu avviato un esperimento di grande portata: La Cassa Sacra. L'istituzione incamerò tutti i beni degli ordini religiosi di Calabria Ultra e li pose sul mercato. I proventi dovevano servire per finanziare la ricostruzione e permettere l'emergere di un nuovo ceto di medi e grandi proproetari terrieri.



La grande abbazia di San Domenico di Soriano forse era il luogo di culto più grande della Calabria e rappresentava sicuramente un complesso di numerosi beni e possedimenti feudali del Convento. Il disegno rende la grandiosità degli edifici e rappresenta per la presenza del disegno delle rovine un raffronto per valutare gli effetti del sisma


I beni dell'abbazia furono incamerati dalla Cassa Sacra, ma purtroppo l'esperimento fallì miseramente: troppo forte era la presenza di un ceto baronale rapace e di un notabilato altrettanto feroce ed improduttivo.


Il Calabria arrivò il pricipe Pignatelli( feudatario tra l'altro di Belmonte Calabro) munito dei poteri di alter ego e con una nutrita pattuglia di intellettuali. L'intelligenza napoletana si cimentò nell'esperimento, ma i risultati non crearono quella proprietà diffusa per cui si batterono i fratelli Grimaldi in Calabria e Filangieri a Napoli.




Pizzo fu rasa al suolo e la sua marina subì gli effetti devastanti di un maremoto.

Lo studio del terremoto mi ha portato a percorrere le strade dei cartografici e miniaturisti di corte insieme a quelle più tortuose degli intellettuali calabresi. L'evento si inserì in quel più generale movimento di recintanzione delle terre, di espropriazione di usi civici che l'Inghilterra aveva subito un secolo prima. La era nata una borghesia agraria produttiva, qui da noi un notabilato borghese che scimmittova lo stile di vita baronale e nulla apportava al miglioramento delle terre.
I contadini si videvo privati dei beni demaniali, respinti dai terreni che prima conducevano in fitto concesso dagli ordini religiosi. Il tenore di vita dei ceti popolari si abbassò drasticamente. La guerra civile si radicò e prennunciava quella del 1799 prima e del grande banditismo del 1806-1808.


Il bel libro di Scafoglio analizza la struttura culturale dal lato etno-antropologico che conduce a questo scontro senza quartiere tra ceti popolari, clero, nobili e borghesia.














































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